CAPO D’ORLANDO – È durato giusto il tempo di una Serie B Interregionale il purgatorio nelle divisioni inferiori dell’Orlandina Basket. Superando alla “bella” la Virtus Ragusa, infatti, la squadra nebroidea è finalmente rientrata nel tanto agognato circolo della Serie B Nazionale. Un ritorno sicuramente atteso dalla piazza e dalla società, dopo lo sciagurato destino dei playout del maggio 2023, ma anche sofferto e sudato. E in un certo senso meritato. I paladini, d’altronde, abbandonano palcoscenici non affatto consoni alla storia e al blasone che rappresenta la Capo d’Orlando a spicchi, raccogliendo i frutti maturati nel corso di un’annata praticamente perfetta. L’adeguato tributo, dunque, alla resilienza e alla passione di un intero sodalizio, dirigenza e staff tecnico, e della sua instancabile tifoseria, il cui sostegno alla compagine di coach Bolignano non è mancato nemmeno nei seppur pochi momenti complicati.
Tutto ha inizio il 19 maggio 2023, quando l’Orlandina Basket crolla mestamente nel terzo confronto su tre dei playout contro la Brianza Casa Basket e, per l’appunto, scende dalla Serie B Nazionale in quella che diverrà la Serie B Interregionale. Una delusione accentuata dal negato ripescaggio, che, però, una volta smaltita, ha innescato un processo di elaborazione e metabolizzazione, associato ad una reazione positiva, da cui si è potuto gettare le basi per pianificare e intraprendere il magistrale percorso compiuto nel 2024.
Un passo verso il ritorno a palcoscenici che contano
Fondata nel 1978, l’Orlandina Basket raggiunge l’apice nel 2004/2005 quando, con professionisti del calibro di Giovanni Perdichizzi sulla panchina e Terrell McIntyre in cabina di regia, centra una storica promozione in Serie A. È una stagione indimenticabile: 20 vittorie consecutive in regular season e la conquista della prima edizione della Coppa Italia di LegaDue. Nel 2007 gli orlandini possono fregiarsi delle prestazioni di una bandiera come Gianmarco Pozzecco che poi, svestendo la canotta biancazzurra, si ritirerà dal basket giocato.
È l’epoca d’oro dello sport messinese. Che si esaurisce precocemente. Nel 2008, a causa di alcune insolvenze, il consiglio federale annuncia l’esclusione della società dalla competizione. Sprofondata nel precipizio del dilettantismo, l’Orlandina Basket risale alacremente la china e attraverso un ripescaggio si riaffaccia in Serie A nel 2014, dopo 6 anni di assenza. Ma la permanenza sarà breve. Perde la massima categoria nel 2018 retrocedendo in Serie A2 e poi altri due salti all’ingiù: nel 2022 piomba in Serie B e nel 2023 in Serie B Interregionale.
Oggi, avendo frequentato l’élite della pallacanestro, lasciandovi comunque una traccia indelebile, l’Orlandina Basket si trova di fronte a una nuova sfida. Il traguardo tagliato domenica segna un piccolo ma significativo passo in avanti verso i fasti di un tempo. L’orgoglio di tutta una comunità.
Le tappe di un anno da protagonismo assoluto
Soltanto quattro sconfitte in regular season
Il campionato che si è appena concluso con il trionfo sulla Virtus Ragusa assomiglia a qualcosa di molto simile a un capolavoro. Un cammino impeccabile, macchiato, se così si può dire, da soltanto quattro ko nella regular season del girone H della Conference Sud. Il primo è pervenuto il 1° novembre, nel derby contro la Basket School Messina, finito con un risicato 60-58 che ha spezzato il punteggio pieno in classifica. Un paio di mesi saranno ancora dei “cugini”, della NextCasa Barcellona, ad arrecare un dispiacere agli uomini di Bolignano, tramite un’altra sconfitta di misura: 72-70.
Leggermente più netta, e a soli due turni di distanza dalla precedente, è la terza battuta d’arresto, determinata dalla Myenergy Reggio Calabria che vìola per 74-84 il PalaFantozzi. Infine, nella trasferta più impegnativa dal punto di vista chilometrico, l’Orlandina Basket ha rimediato l’ultimo scivolone della stagione regolare, ovvero il 76-72 sul parquet della Diesel Tecnica Sala Consilina.
Superate le insidie celate nel Play-In Gold
Qualche difficoltà crescente, l’Orlandina Basket l’ha incontrata nel Play-In Gold, come immaginabile dato l’alto livello dei team partecipanti. Al debutto, nel gruppo che includeva rappresentative provenienti dalla Campania e dalla Puglia, la formazione guidata da coach Bolignano non riesce a espugnare la roccaforte della Power Basket Salerno, incassando un 75-61 al termine di una prova opaca. La storia si ripete nella doppia uscita pugliese: alla caduta per 82-77 contro la Virtus Molfetta, segue quella per 68-66 nel fortino della White Wise Monopoli. Lontano dalla Sicilia, i nebroidei vincono unicamente a domicilio dell’Angri Pallacanestro, grazie a uno striminzito 61-63. Tuttavia, anche in virtù degli 8 punti portati in dote dalla regular season, dove ne aveva accumulati 36, questi passi falsi non hanno compromesso la qualificazione ai playoff per il club del presidente Sindoni.
L’importanza del fattore campo nei playoff
Nei playoff, sia ai quarti di finale che in semifinale, disputati rispettivamente contro Basket School Messina e Virtus Molfetta, così come nella serie di finali al cospetto della Virtus Ragusa, l’Orlandina Basket ha avuto bisogno di avvalersi della gara 3 per accedere alla fase successiva. Dimostrando la decisività del privilegio di giocare fra le mura amiche l’eventuale spareggio, usufruibile per via del primo posto conseguito in regular season, per una squadra che ha individuato nel fattore campo l’elemento chiave di una stagione. Come evidentemente certifica l’impressionante ruolino di marcia interno. A fine torneo, comprese le finali promozione, si conteranno 22 vittorie su 24 match affrontati nell’arena di piazza Peppino Bontempo.
Una serie di finali incredibili, prima del sogno
Gara 1: 67-60
Il primo tempo
A testimonianza dell’imprevedibilità dello sport, la serie di finali promozione si è inaugurata con una partita rocambolesca. In un PalaFantozzi piuttosto gremito, la Virtus Ragusa ha una partenza pirotecnica, con cui permette ai locali di realizzare solamente 2 punti in cinque minuti e va a costruire il +16 (7-23) del quarto di benvenuto. Gli iblei viaggiano sul velluto, arrivando a toccare il +18 con una tripla di Vavoli, equivalente al massimo vantaggio, finché non incappano nelle prime avvisaglie di una replica dell’Orlandina Basket. Facendo leva sulla rinomata affidabilità della propria difesa, i tirrenici disinnescano la manovra offensiva virtussina e fissano il risultato provvisorio sul 26-34 alla pausa lunga.
Il secondo tempo
Nella ripresa, il quintetto di coach Recupido cerca di mantenere un margine di sicurezza, ma i falli e gli errori a canestro consentono agli avversari di riavvicinarsi pericolosamente. Nonostante i tentativi di Epifani e Ianelli, alla mezz’ora sarà -4 (43-47). Sebbene gli azzurri abbiano acquisito un apparente solido +10 a un giro di lancette dalla sirena, il nervosismo, in particolare di Brown, si rivelerà il loro tallone di Achille. Così Palermo, Caridà (2/2 ai liberi) e Jasaitis spianano la strada all’impensabile. A circa 14″ dal quarantesimo Marini manda tutti ai supplementari, dove Capo d’Orlando si colloca per la prima volta al comando della gara 1 e, sfruttando anche la sterilità in attacco dei ragusani, lo conduce al successo (67-60).
Gara 2: 78-61
Il primo tempo
Per la gara 2, è il PalaPadua ad accogliere una nutrita schiera di appassionati di pallacanestro. In avvio, Simon scava un lieve solco per la Virtus Ragusa, ma l’Orlandina Basket regge il ritmo e il primo periodo non andrà oltre il 21-16. Nel secondo, invece, a dispetto degli sforzi di Jasaitis per evitare l’allungo, la coppia Gaetano (giunto a 18 punti e 10 rimbalzi) Vavoli incrementa il divario dei cestisti ospitanti a +10 all’intervallo.
Il secondo tempo
Al rientro dagli spogliatoi, i padroni di casa non smarriscono la verve iniziale e guadagnano un massimo vantaggio di +15 grazie a Cioppa e Vavoli. Il comparto avanzato di Capo d’Orlando stenta e i rivali ne approfittano per andare a chiudere il terzo round sul +13 (58-45). I sette punti in seguenza firmati da Gaetano fanno volare Ragusa a +20, che scottata dall’esperienza del PalaFantozzi, non abbassa la guardia. Il tabellone recita 78-61, pertanto, il verdetto su chi farà il salto di categoria è demandato alla “bella”.
Gara 3: 71-59
Il primo tempo
Nel giorno più importante dell’anno, la risposta del pubblico non poteva essere da meno. Il PalaFantozzi riapre dunque i battenti, venendo riempito per assistere alla gara 3. Quella che staccherà il pass per la Serie B Nazionale. Vavoli sblocca le ostilità infilando quattro punti in favore della Virtus Ragusa, mentre l’Orlandina Basket pareggia i conti con Marini e Palermo. Quindi sale in cattedra Jasaitis, la cui stoffa da leader non è stata alterata dall’età. Il lituano completa un break di 9-0, vanificato poi da Vavoli e Gaetano. Le duellanti si scambiano canestri e triple, con Brown che rispedisce avanti i suoi e sigla una tripla dopo aver subìto un antisportivo, archiviando il primo parziale sul 18-16.
Nel secondo quarto, Caridà, Favali e Jasaitis effettuano il sorpasso di Capo d’Orlando (22-19). Agbortabi, in collaborazione con Favali e Gatti, spingono i cinque di coach Bolignano a +8, costringendo una spigolosa Virtus al timeout. Ma la forbice si allarga (34-25) con un monumentale Jasaitis, il quale si assesterà a 20 punti e 71% al tiro. Con il canestro da sotto di Vavoli, si va al riposo sul 39-29.
Il secondo tempo
Due triple di fila di Brown, in avvio di terzo periodo, riducono il ritardo di Ragusa a -4 (39-35). Che diventerà -2 con Vavoli. Ma la rimonta degli ospiti verrà interrotta da Marini e Palermo e neutralizzata dalle due penetrazioni di Gatti (48-40). Jasaitis confeziona il suo primo canestro del secondo tempo e Palermo aumenta il distacco orlandino a +10 (52-42). Sorrentino e Gaetano provano a limare il gap, che si dimezzerà al trentesimo (54-49). Da segnalare le due defezioni per coach Bolignano, dovute agli infortuni di Jasaitis e Favali.
Il corpo a corpo prosegue anche all’inizio degli ultimi dieci minuti dello spareggio, con Cioppa e Gaetano che ricuciono fino a -2 (56-54). Gatti e Favali fanno respirare l’Orlandina Basket con un +8 (62-54). Gatti va nuovamente a bersaglio, ma il grosso del lavoro viene fatto a cronometro fermo da Mascherpa, Brown e Caridà. Dopodiché l’incontro va a referto sul 71-59, facendo scattare l’incontenibile gioia biancazzurra. E allora che festa sia!
(fonte: pagina Facebook Orlandina Basket)