Akademia Messina, gran colpo dall’A1: ufficiale l’arrivo di Bintu Diop

Bintu Diop in azione (credits: Akademia Sant’Anna)

MESSINA – Che in casa Akademia Città di Messina si sogni in grande è risaputo. E al contempo acclarato dalle azioni. La società del presidente Costantino, difatti, ha recentemente perfezionato dalla Serie A1 l’ingaggio di Bintu Diop, una delle pallavoliste di maggiore prospettiva nell’intero panorama nazionale, andando così a chiudere, mediante un profilo di assoluto spessore, la prima diagonale . Vicecampionessa d’Italia, nell’ultima stagione, la nuova “SuperGirls” si è distinta nelle fila della Savino Del Bene Scandicci, con cui ha affrontato le finali scudetto contro l’Imoco Volley Conegliano, le semifinali di Coppa Italia e i quarti di Champions League. La opposto toscana di origini senegalesi sarà dunque una delle principali bocche di fuoco della prima linea peloritana.

“Bi” sbarca a Messina con un curriculum di tutto rispetto

Una giovane ma talentuosa opposto (credits: Akademia Sant’Anna)

I primi passi nel volley toscano

Nata nel 2002 in provincia di Pisa, a Castelfranco di Sotto, mancina e 194 cm, Bintu Diop intraprende la carriera agonistica all’età di dieci anni nella rappresentativa del proprio paese, la Pallavolo Castelfranco, per poi trasferirsi, nel 2018, alla Volleyrò Casal de’ Pazzi, compagine con la quale conseguirà lo scudetto Under 18 e verrà premiata in qualità di MVP delle finali nazionali. Concluso un biennio di militanza nel prestigioso sodalizio giovanile laziale, rimanendo nella Capitale, va ad indossare la maglia della Acqua&Sapone Roma Volley Club, in Serie A2, con cui conquisterà la promozione nella massima categoria, totalizzando 29 presenze, 77 set giocati e 175 punti (162 in attacco con una percentuale del 43%, 7 muri e 6 ace).

Il debutto in Serie A1 a Perugia

L’esordio in Serie A1 avviene nell’annata successiva, a Perugia, quando la opposto titolare Valentina Diouf, a gennaio, lascerà il Belpaese per accasarsi in Polonia. Al termine del campionato saranno 24 i confronti disputati da Bintu Diop – 75 i set – con 184 punti (152 punti con una percentuale del 33%, 19 muri e 13 ace). Quindi coach Davide Mazzanti la convoca in Nazionale, debuttando a Firenze, e nella sua prima da titolare, l’amichevole con la Croazia a Siena, appone la firma su venti punti. Dopodiché, selezionata per entrare nella Nazionale italiana impegnata ai Giochi del Mediterraneo, si aggiudica la medaglia d’oro alla fine della manifestazione.

La maturazione avvenuta nell’ultimo biennio

Nel 2022/23, Bintu Diop saluta l’Umbria e si sposta a Cuneo, ancora in A1, e grazie all’esperienza piemontese cresce ulteriormente: in 27 match – 72 set giocati – saranno 186 i punti a referto (164 in attacco con una percentuale del 38,3 %, 14 muri e 8 ace). Nel passato torneo, invece, si fregia della soddisfazione di divenire protagonista, specialmente dai nove metri, come testimoniano i 4 ace confezionati in una “leggendaria seguenza” nel 3° set di gara 2 della semifinale scudetto contro l’Allianz Vero Volley Milano, spiccando accanto a stelle del calibro di Herbots, Zhu, Nwakalor, Washington e Antropova. Peraltro, da primo cambio della compagna e Nazionale azzurra Ekaterina Antropova, in 34 sfide e 50 set giocati, “Bi” realizza 44 punti, dei quali 30 in attacco con una percentuale del 32,3℅, 9 ace e 5 muri.

Le prime dichiarazioni di Bintu Diop

Bintu “Bi” Diop (credits: Akademia Sant’Anna)

“Una famiglia di sportivi che mi ha lasciata sempre libera”

Toscana di nascita, è toccata ovviamente anche dalla meravigliosa cultura variopinta del Paese originario dei genitori, il Senegal: “In verità non lo conosco a fondo, perché, essendo continuamente occupata in ambito pallavolistico, ci sono andata soltanto una volta, da bambina, e non ricordo granché. Comunque sia, dopo sedici anni, ci tornerò il 17 maggio e ci saranno mia madre e mio fratello ad attendermi. Chiaramente sono piuttosto entustiasta. Cosa porto con me del Senegal? Ero molto piccola, ma rammento la bella atmosfera in cui chiunque si sente all’interno di una grande famiglia.”

Papà portiere di calcio e mamma giocatrice di basket: “Sì, e non impazzisco all’idea che vengano a vedermi. Essendo stati atleti, subisco una pressione indescrivibile. In particolare con la figura di mia madre. Mi guardano da casa, in televisione, e va benissimo così!”

Due genitori provenienti da discipline differenti, ma che non hanno mai tentato di influenzare le scelte sportive della figlia: “Mi hanno sempre lasciato libera. Da piccola non amavo la pallavolo, non mi piaceva, al contrario di mia sorella, che giocava. Consideravo noiose le partite. In seguito, visto che era uno sport praticato da tutte le mie coetanee, sono stata spinta a provare.”

L’importanza di quella chiamata della Volleyrò

Iniziata la carriera a Castelfranco, improvvisamente, è giunta la chiamata della Volleyrò: “Nel momento in cui vai a fare le selezioni in queste società per diventare un’atleta di livello, è un’emozione. Avevo diverse proposte, ma quando sono arrivata, sin dal primo giorno, mi ha subito colpita l’ambiente. Innamorandomene. La sera stessa, infatti, ho telefonato a mia mamma e le ho detto: <Io il prossimo anno verrò qui>. Avevo deciso che non sarei andata a provinare con altre squadre, poiché ero convinta di restare lì. Volleyrò ce l’ho nel cuore.”

Proprio alla Volleyrò nasce l’amicizia con la palleggiatrice, oggi a Chieri, Gaia Guiducci. Proseguiranno il cammino unitamente, dapprima a Roma e poi a Perugia: “Abbiamo avuto un rapporto altalenante, all’inizio non la sopportavo. Adesso la cosa può far sorridere, ma effettivamente non ci parlavamo, soprattutto i primi anni. Avevamo due caratteri alquanto differenti. Successivamente, nel corso del tempo, abbiamo imparato a convivere e, conoscendoci meglio, a capirci. Ora le voglio un bene dell’anima. Il periodo trascorso insieme a lei a Roma, ma pure a Perugia, è stato stupendo. Sebbene le strade si siano separate, spero che in futuro ci si possa nuovamente incontrare.”

Il bagaglio di esperienze maturate lontano da Roma

Raggiunta la A1 con Roma, a Perugia “Bi” esordisce in massima serie e comincia a dimostrare il suo valore, trovando spazio con maggiore continuità in virtù della partenza di Valentina Diouf: “È stato un anno un pò singolare, complicato ma certamente bello. La prima esperienza lontano da Roma. C’era Luca (Cristofani), che mi aveva già allenata alla Volleyrò, e alla fine ho avuto modo di iniziare ad esprimere il mio gioco, nonostante non ci sia riuscita come desideravo. Tuttavia sono quegli anni che ti aiutano in quelli seguenti. Mi reputo soddisfatta: ci siamo salvate e ho frequentato delle compagne magnifiche. È stato veramente fantastico.”

Dopo Perugia, la parentesi di Cuneo, infine Scandicci. Quali differenze ci sono tra piccole realtà ed un contesto, tipo quello fiorentino, abituato a stare ai vertici ormai da svariati anni: “Tanti sacrifici. Sei perennemente in palestra, molto di più rispetto a quando partecipi ad una competizione in cui sei impegnata solamente sabato e domenica. Inoltre, a causa dei turni infrasettimanali, aumentano gli sforzi. Con numerosi tornei da disputare è abbastanza difficile stare sul pezzo. Devi cercare e mantenere il top della concentrazione. Affascinante, perché con la Champions si viaggia parecchio, ma assai faticoso. Abbiamo conquistato un importantissimo obiettivo e ne sono felice.”

“Contro l’Imoco Volley abbiamo dato il massimo”

Nella stagione appena archiviata, “Bi” si è misurata con i più alti obiettivi cui un’atleta di club possa aspirare. Coppa Italia, Champions League, e ha sfiorato, attraverso una incredibile serie di finali, lo scudetto: “Ci abbiamo sempre creduto. Eravamo pronte a tutto e siamo state brave a portare la serie avanti, ad essere costanti e a tenere il ritmo, malgrado non fosse semplice al cospetto di un team, l’Imoco Volley, costituito da elementi che giocano insieme da tempo. Ciascuna di noi ha dato il suo contributo, sia dentro che fuori dal campo. E in fondo conta questo. Quando ognuna mette qualcosa, si facilita il taglio di tali traguardi. Naturalmente Conegliano è una delle migliori squadre d’Italia, nulla da eccepire, ma il nostro è stato un lavoro enorme e abbiamo ottenuto una medaglia che potrà diventare d’oro.”

Quel legame che va oltre lo sport con “Kate” Antropova

Ekaterina Antropova, rivale nello sport e amica nella vita: “Siamo amiche laddove serve! A parte gli scherzi, le voglio davvero un bene immenso e abbiamo stretto tramite un rapporto realmente franco. La questione della rivalità mi interessa tanto quanto. Nella quotidianità è una persona eccezionale, qualche volta dolce, dipende dalla circostanza, però sempre disposta a correre in soccorso degli altri. Questo è un bell’aspetto del volley: nonostante si ricopra lo stesso ruolo, ci si supporta a vicenda.”

C’è un’immagine iconica nella serie di finali scudetto, ovvero quella scattata al termine di gara 2, quando “Kate” ha voluto “Bi” sul podio con lei per ritirare il premio come MVP. Situazioni che, oggettivamente, è raro riscontrare altrove: “Mi ha preso proprio di forza, io non volevo neanche andarci. Mi ha trascinato con lei per via degli ace (4 e tutti nel terzo set), sostenendo addirittura che avrei dovuto prenderlo io. Penso che, al di là del nostro legame, sia stato dettato dall’occasione. D’altronde lei ha sfoderato una prestazione eccellente e il premio lo ha meritato. In ogni caso, lo sport è principalmente condivisione, pertanto sono contenta del gesto.”

“Dovremo lavorare di squadra affinché arrivino i risultati”

Dopo aver vinto il campionato di A2 nella Capitale, si cimenterà nel ripetere l’impresa a Messina: “Dovremo lavorare alla perfezione di squadra. I nomi del roster mi piacciono. Parecchio. Perciò potremo fare uno splendido percorso. Ci vorrà una abbondante dose di costanza ed unione d’intenti, sia dentro che fuori dal campo. Se si vive e si gioca adeguatamente, i risultati verranno da soli.”

Per “Bi” sarà la prima avventura in Sicilia: “Non ci sono mai stata, se non per giocare. Fai l’incontro e rientri immediatamente, per cui non hai la possibilità di approfondire i posti. Adesso potrò visitarla e studiarla. A livello di cibo, qui portano i cannoli siciliani, che sembrano buoni, ma non li ho ancora assaggiati. Non impazzendo per i dolci mi butterò volentieri sul salato!”

Dalla ventura esperienza con i colori di Akademia Città di Messina, sebbene lo standard acquisito sia già elevato, “Bi” prevede di migliorare ulteriormente: “A titolo personale, ambisco alla serenità e alla persistenza in campo. L’allenatore mi ha trasmesso la giusta sicurezza e sono grata della fiducia riposta. Mi aspetto cose straordinarie dalla nuova stagione. Avrò delle compagne di notevole tenore e smanio dalla voglia di cominciare l’anno. Per collaborare col gruppo nell’inseguire la meta di Akademia Città di Messina.”

(fonte: comunicato societario)

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