

MESSINA – Non c’è pace per l’ACR Messina. Come se il bailamme che avvolge il sodalizio strettese non fosse abbastanza, in una stagione appena iniziata ma già travagliata. In una sorta di “caos calmo”, citando il titolo di un famoso film interpretato da Nanni Moretti, a rendere il clima ancora più surreale, dove da una parte perdura il silenzio assordante della società, che non comunica le proprie intenzioni né chiarisce il futuro del club, e dall’altra si soffre il silenzio ancora più assordante del tifo organizzato, che, come forma di protesta, ha scelto di non sostenere attivamente la squadra durante le sfide casalinghe, si è aggiunto il fulmine a ciel sereno scagliato dal caso Modica.
Non vuole essere un festival dell’ossimoro, ma al termine di Messina–Casertana è arrivata la dichiarazione choc del mister siciliano, che ha espresso il proposito di fermarsi e dimettersi. “Non ci sono più i presupposti per andare avanti”, ha detto Modica in un brevissimo incontro con i giornalisti, precisando che “la salute vale di più di qualsiasi altra cosa”. La replica di Pietro Sciotto non si è fatta attendere. Neanche un’ora dopo, infatti, in risposta a Giacomo Modica, attraverso uno stringato comunicato stampa, non solo ha respinto le dimissioni dell’allenatore di Mazara del Vallo, ma ha colto l’occasione per rinnovargli la fiducia. Eppure, la decisione del tecnico pareva essere irrevocabile. Anche in una nota diffusa su Facebook all’indomani della partita, in cui si sottolinea il punto di vista dei giocatori, che affermano di condividere il pensiero del patron peloritano, si intuisce tale volontà del coach. Il buio, quindi, rimane pesto.
Un clima che non aiuta il Messina sprecone di inizio stagione


Tutto ciò si inserisce in un contesto di campionato in cui i biancoscudati proseguono claudicando. Cinque punti in altrettante giornate, una situazione di mezza classifica (in attesa degli esiti dei restanti match), e gare che non si riescono a chiudere. Oltretutto al Franco Scoglio. Escludendo il poker rifilato al Taranto, i giallorossi hanno gettato al vento il bottino pieno contro il Potenza, facendosi acciuffare a tempo praticamente scaduto, e anche nell’anticipo di ieri al cospetto dei “falchetti”, nonostante un avvio brillante, che faceva presagire un epilogo decisamente diverso. Vantaggio in nemmeno un giro di orologio, siglato da Petrungaro, e raddoppio confezionato da Luciani soltanto 16 minuti dopo. Invece, il Messina è andato in bambola, forse a causa dello stesso Modica, tardivo nell’intervenire con delle sostituzioni. Così, in appena dieci minuti, si è consumata la rimonta dei campani.
Per di più, in una serata che avrebbe meritato di essere ricordata in maniera differente, sportivamente parlando. Si commemoravano i lutti di Totò Schillaci e dell’ex dirigente messinese Christian Argurio, prematuramente scomparsi in questi giorni. Alle due indimenticate figure del calcio cittadino, durante il pre-partita sono stati dedicati momenti particolarmente toccanti. Oltre al minuto di raccoglimento, che per Schillaci verrà osservato in ogni campo, sono state proiettate delle loro foto e lo speaker ha letto emozionanti lettere scritte dall’ex capitano Antonio Bellopede.
La speranza che da questa incertezza esista una via d’uscita
Tuttavia, permangono le incognite su quale sia la via d’uscita per una simile impasse. Una buona fetta della tifoseria chiede insistentemente un passo indietro di Pietro Sciotto, che resta trincerato nel suo riserbo, senza fugare i dubbi della gente. Si continua quindi a interrogarsi su quale possa essere l’alternativa all’imprenditore di Gualtieri Sicaminò. Esattamente come Pietro Paladini, il protagonista di Caos calmo, che affronta la sua sofferenza isolandosi dal mondo e scrutando la vita da una panchina, sia essa quella reale di Modica in quanto allenatore o quella metaforica del presidente Sciotto, anche il Messina sembra dunque sospeso, in una specie di bolla. Un ambiente quasi paralizzato mentre fuori non si arresta la frenetica corsa. La speranza di una piazza intera è che, come nel succitato film, sia questa condizione a ridare linfa vitale. Perché Messina ha una storia che pretende ben altri palcoscenici.